Oltre
Tecnica mista
Dimensioni 80X80
Anno 2019
Oltre - Marco Nava
La perfezione della coscienza emotiva
a cura di Maria Marchese
Nel 2019, per celebrare il cinquecentenario del Genio Leonardesco, Marco Nava si confronta con il ruolo dell’”Uomo Vitruviano”; nasce così l’opera “Oltre”, il cui sapore è ambizioso. L’uomo vitruviano è un disegno a penna e inchiostro su carta, di Leonardo da Vinci, conservato, ma non esposto, nel Gabinetto dei disegni e delle stampe dell’Accademia di Venezia. Rappresentazione ionica delle proporzioni ideali del corpo umano, vuole dimostrare come esso possa essere armoniosamente inscritto nelle due figure esemplari del cerchio, che simboleggia l’altezza divina, e del quadrato, che simboleggia la Terra. L’individuo, in tal senso, è la laiason tra macrocosmo e microcosmo, nonché chiave di volta del proprio tempo e misura di tutte le cose.
Dal periodo rinascimentale, Nava riporta oggi quel velo cartaceo, così fondamentale per l’epoca, rivolgendo, dapprima, uno sguardo chirurgico nei confronti del nostro tempo; lo viviseziona, quindi, sintetizzandone alcuni capisaldi. Preserva allora le pregnanze di bottega, foggiando minuziosamente il progetto del Genio con materiali minimali: legno, iuta e cemento permettono all’artista ferrarese di rendere plastico il suo pensiero. Mentre il suolo terreno è ammantato da fili naturali, intessuti, gli uni agli altri, addentro la lieve precarietà della tela, l’artista ferma la parte cosmica, spirituale, con una mescita di acqua e polvere, mutandola in sfera solida, che, seppur grave, è indiscussa e inviolabile. Rispettando ogni dettaglio del profilo vitruviano, ne approfondisce però alcuni aspetti; l’immaginaria lama, quella del chirurgo, “fende le carni, mentre la mano ispeziona limiti e virtù moderne”.
All’interno di un arto inferiore è possibile vedere una protesi meccanica, testimonianza dei traguardi della tecnologia; all’opposto, la stessa ha depredato l’uomo della propria unicità, ‘sì che Nava annichila i lineamenti, lo depaupera altresì degli occhi, sostituendoli con delle fotocamere, simbolo della costante connessione virtuale e del conseguente controllo che quest’ultima ha nei suoi confronti, marchia i genitali con un bar code, lumeggiando così un ulteriore forma di asservimento, rivolta alla forza generatrice, ne avvince il derma con del lacci tesi e esso è esposto sino allo sfinimento.
Nava apre invero un varco salvifico, che riserva alla parte emozionale, al cuore, e alla coscienza ad esso legata: quel nicchio votivo è virtute fondamentale.
“ll confine sottile tra coscienza e incoscienza determina il grado di consapevolezza e di comprensione della realtà.”
Stefano Nasetti
Con l’opera “Oltre”, Nava affronta il necessario passo, quello successivo, perché l’uomo possa raggiungere la completezza: spingendosi oltre, appunto, tra le polpe, fisiche e non, individua la forma più alta di sensibilità, che è tutela di un'asimmetria mai come oggi necessaria.
Recensione Di Maria Marchese
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